“Restiamo infine

ad ascoltare le onde,

l’ultimo fruscio del cosmo.”


Antonio Sanges (Tricarico, 1991) è poeta, saggista e studioso di letteratura e filosofia contemporanea. Ha studiato a La Sapienza, Paris 8 e University College London.
Ha pubblicato tre raccolte poetiche, tra cui Distensione del destino (Ensemble, 2025), e il saggio Les jeux sont faits (Carla Rossi Academy Press, 2023), dedicato a Beckett e alla “cultura della superficie”. Vive a Roma.

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Presentazione del nuovo libro

Roma, 23 ottobre

Dicono del libro

In questo scorrere di un tempo altro si scorge un possibile rifugio, quello che l’unica certezza resta ancora l’ascolto.

Iolanda La Carrubba, Neobar

In questo senso, Distensione del destino è una scrittura di resistenza e di esistenza: resistenza alla dissoluzione della poesia in cronaca privata, resistenza alla frammentazione del linguaggio, ed esistenza nel mondo che si incammina verso la storialità. È una poesia che conserva per poter tramandare, che custodisce per poter distendere, e che affida alla parola pur sempre il compito di testimoniare, anche quando la parola appare logora, anche quando il canto sembra disutile, superfluo, decorativo.

Giorgio Linguaglossa, L’ombra delle parole

L’elemento di interesse della sua poesia sta nel modo in cui convoglia questa sensibilità convulsa, questa irreconciliabilità con l’attuale in una scrittura classicheggiante.

Giorgio Galli, Il Detonatore

Distensione del destino è in definitiva un grande sguardo sull'umanità e sul suo futuro e sul senso del permanere. L'ultimo componimento, che dà il titolo al libro, sintetizza in conclusione la posizione intellettuale e umana di Sanges. Una visione nella quale la distanza tra gli individui appare poter essere ricomposta, ridotta in una istanza esistenziale nella quale il tempo si ferma, rallenta almeno, e un apparente "senza fine" finalmente ci dà la possibilità di afferrare a fondo il midollo della vita, come diceva Thoreau.

Marco Tabellione, Poetrydream

Poesia di teologia negativa, di “barlumi” montaliani, di “parole celate” che, se si palesano, è solo per confondere ulteriormente. L’esplorazione è cauta, le soste su baratri e abissi non concedono ristoro.

Silvio Raffo, prefazione

Si tratta del tema dell’unità nel diverso, oltre i contrasti, oltre il dualismo e la superficiale apparenza di tutte le cose. È pietra filosofale, materia originaria che è densa di spirito celestiale: lo ama e n’è amata perfettamente, specularmente. L’umanità ha perduto questo contatto, ma anela sempre a recuperarlo, nella sua pena, nel desiderio mai soddisfatto, nell’inquietudine. Non deve temere l’angoscia di molti sospiri; e Sanges certo non teme.

Marino Alberto Balducci, Diacritica

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